Per individuare le possibili esigenze di protezione in caso d’incendio e scegliere i più idonei DPI, è necessario valutare i possibili rischi ai quali potrebbero essere esposti i lavoratori incaricati di operare in questa situazione. L’obiettivo primario è di ridurre i rischi connessi, attuando misure di protezione ambientale (impianti di spegnimento automatico, sistemi di controllo di fumi e/o effluenti gassosi, ecc.) e, per quelli residui, con l’utilizzo dei DPI. La direttiva 89/686/CEE ha regolamentato la produzione e la marcatura CE dei dispositivi di protezione individuale e ha descritto, nell’Allegato II, i requisiti essenziali di salute e di sicurezza che devono possedere, classificandoli in tre categorie:
1. La prima contro i rischi minori;
2. La seconda contro i rischi né minori né gravi;
3. La terza contro i rischi gravi.
Questi ultimi sono descritti come “DPI di progettazione complessa, destinati a proteggere contro pericoli mortali o che possono nuocere gravemente e in maniera irreversibile alla salute, di cui il progettista presume che l’utilizzatore non possa scoprire in tempo gli effetti immediati”. Rientrano in questa categoria i DPI destinati agli addetti incaricati di intervenire in caso di incendio. Nell’ambito delle norme europee approvate dall’UNI, trovano collocazione anche quelle sui DPI che devono essere impiegati nel campo del soccorso, accostandoli alle esigenze dei Vigili del Fuoco e, pertanto, garantiscono un elevato livello di prestazione che li rende ottimali. Per la protezione della testa, è consigliabile l’utilizzo dell’elmetto, che la norma UNI EN 443 ha definito come un copricapo destinato a garantire la protezione della testa dell’utilizzatore dai pericoli che potrebbero insorgere durante le operazioni dei vigili del fuoco. Quest’ultima specifica i requisiti di progettazione e le prestazioni minime nel caso di contatto con la fiamma, trasferimento di calore per radiazione, proprietà elettriche, assorbimento degli urti e resistenza agli oggetti acuminati a temperature alte e basse.Per la protezione del corpo, la UNI EN 469 si riferisce ai capi di abbigliamento che forniscono protezione al tronco, al collo, alle braccia e alle gambe. Un’altra modalità per la protezione del corpo è rappresentata dai cosiddetti indumenti riflettenti che solitamente si trovano in ambienti con un particolare rischio d’incendio, come depositi di idrocarburi, aziende chimiche e simili. Per quanto riguarda i guanti di protezione e le calzature le norme tecniche di riferimento sono la UNI EN 659 e la UNI EN 15090. Particolare attenzione deve essere dedicata ai dispositivi di protezione dell’apparato respiratorio, perché tramite la respirazione, si possono introdurre nell’organismo gas tossici e asfissianti, con grave pericolo per la salute. Secondo la UNI EN 133, la protezione delle vie respiratorie si realizza purificando l’aria respirata impiegando filtri in grado di rimuovere gli elementi inquinanti presenti (dispositivi filtranti) e fornendo all’utilizzatore gas respirabile da una sorgente non inquinata (respiratore). La modalità più idonea per garantire l’efficacia di protezione è quella che permette l’isolamento dell’apparato respiratorio dall’ambiente con l’impiego degli autorespiratori. Questi DPI sono costituiti da una riserva di aria respirabile contenuta in una o due bombole ad alta pressione e da un erogatore collegato al facciale o a maschere intere, comandato dalla respirazione polmonare e dosa l’aria respirabile in funzione dell’esigenze dell’utilizzatore. L’aria espirata passa dal facciale nell’atmosfera attraverso la valvola di espirazione. Per quanto concerne i respiratori a filtro, l’attenzione deve essere posta nell’individuazione del filtro più idoneo a questo scopo, tenendo in considerazione anche che in un incendio si generano molte specie gassose con diversa pericolosità. I filtri antigas, eliminano dall’aria inspirata gas e vapori, presentando l’inconveniente di non riuscire a proteggere da tutti i gas e non tutelano dalla mancanza dell’ossigeno, pertanto, è richiesta particolare attenzione affinchè la percentuale di ossigeno nell’aria non sia inferiore al 17%. Per tale motivo, questi DPI devono essere impiegati nelle zone periferiche dello scenario interessato dall’incendio, ovvero quelle non interessate dai gas di combustione. Ai responsabili di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi devono provvedere ad assicurare una adeguata informazione e formazione del personale sui rischi di incendio connessi con la specifica attività, sulle misure di prevenzione e protezione adottate, sulle precauzioni da osservare per evitare l’insorgere di un incendio e sulle procedure da attuare in caso si verifichi l’incendio. Inoltre, i controlli, le verifiche e gli interventi di manutenzione dei DPI e delle attrezzature antincendio devono essere annotati in un apposito registro tenuto costantemente aggiornato. I DPI costituiscono una risorsa imprescindibile per contenere i rischi e per questo devono essere scelti con accuratezza, una scelta sbagliata potrebbe invalidarne la prestazione e compromettere la sicurezza dell’operatore che li utilizza.